Musica

In uscita il terzo cd di Jovine, tra reggae e world music,

In uscita il terzo cd di Jovine, tra reggae e world music,

È uscito all'inizio di quest'estate “SENZA LIMITI”, il nuovo album di JOVINE, a circa due anni di distanza dal secondo cd “ORA”, disco autoprodotto, distribuito da Il Manifesto, che ha venduto oltre 5.000 copie. “SENZA LIMITI” è una coproduzione RAI TRADE e SUONI DEL SUD, distribuito dalla LUCKY PLANETS, in vendita al prezzo speciale di 10.00 €. Sono quattordici tracce cantate da VALERIO IOVINE (che ne è anche autore e compositore) in una felice alternanza di italiano, inglese e napoletano. Quattordici tasselli, differenti tra loro per sfumature del sound, suggestioni ritmiche e temi trattati, che tuttavia nel loro insieme disegnano un’unica immagine in cui la piacevolezza dell’ascolto traveste messaggi importanti e valori radicali. La crescita artistica rispetto al precedente lavoro è una ‘resa incondizionata’ ai ritmi reggae più ortodossi (non sono rare le citazioni riprese in maniera originale dal repertorio del grande BOB MARLEY e di BUJU BANTON, ma pure dal roots di DENNIS EMMANUEL BROWN, dalla musica di MORGAN HERITAGE, ANTHONY B e GREGORY ISAACS). Il tutto condito dalle irrinunciabili contaminazioni ska, dub, rocksteady ‘old school’ e da una spruzzata elettronica che funge da amalgama tra queste diverse nuances sonore. Un sound, dunque, che si muove con destrezza e armonia tra svariate influenze ritmiche e melodiche. È così che accanto ai toni più sfumati e morbidi di pezzi come “Ricordi” e “Un Pomeriggio”, o assieme al gioioso rocksteady ‘old fashion’ di “Come Sarà” e al cullante refrain di “No Time” e di “Non è domenica” possono vivere coerentemente testi più impegnati e netti come quelli di “Love Revolution”, “Da Sud a Sud”, “Senza Limiti” (che peraltro dà il titolo all’album), “L’inno della Libertà”, che nel loro complesso rappresentano una sorta di ‘summa ideologica’ dell’autore e dell’intera band. Messaggio in fondo assai semplice e diretto nella sua propositiva energia, perfetto riflesso del ritmo reggae, dato che appare come un vero e proprio inno alla vita, a una rivoluzione sociale in nome dell’amore, mai della guerra; una specie di invito a vivere l’esistenza, e non a trascorrerla semplicemente, pur soffrendo, se necessario, per crescere, camminare e riscoprire il vero, l’autenticità persa. Gli argomenti delle canzoni, infatti, sono svariati: i Sud del Mondo, con la loro cultura, piaghe e gioie, l’amore, la voglia di reagire, il lavoro, il potere, la giustizia sociale, la bellezza della musica, l’importanza della comunicazione e dei rapporti interpersonali, il valore della fede in quanto tale e dei culti popolari… Una sinergia di diversi elementi che dalla miscellanea linguistica si sposta a quella musicale e dei testi, improntando, senza limiti né argini, tutto il percorso del disco, scritto e realizzato di getto in soli quattro mesi. Per questa nuova fatica, poi, il gruppo preesistente, vero cuore di ‘JOVINE progetto’ (Massimo Iovine, basso, dub master e cori, Valerio Iovine voce, Michele Acanfora alla tromba, Guido Amalfitano alla batteria, Alessandro Aspide al basso, Francesco Spadafora alle chitarre e cori), si è arricchito di varie e preziose collaborazioni. A cominciare dal sax di Marco Spedaliere, passando per il trombone e cori di Aurora Arenara, le percussioni di Paolo Batà Bianconcini, per quel che riguarda le performance live, sino al contributo di FikuPala MC del Kinky Sound e di Pone MC per la realizzazione del pezzo “Love Revolution”, nonché di Cristian Gente Strana Posse, direttamente da Palermo, per “Da Sud a Sud”. Il nucleo del lavoro di JOVINE, accattivante e orecchiabile, denso anche di tutte le sfumature del raggamuffin, potrebbe essere sintetizzato da alcune parole del brano “Senza Limiti”, di buon impatto sonoro ed equilibrata costruzione ritmica: «…vivere così, senza limiti, seguendo la tua strada, prima o poi qualcosa troverai… esseri fragili, siamo noi, nati per soffrire, per camminare… c’è bisogno di riscoprire il vero, di crederci davvero… sto cercando un poco d’amore in quest’odio che divide la gente…». Un disco, dunque, in cui entrare un passo alla volta, immergervisi, farsi coinvolgere da parole, note e ritmo, per decidere di fermarcisi più del tempo di una sola, bella canzone…